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Dallo Staff : Le guerre per l'acqua e il referendum tradito

Le recenti vicende tra Acqualatina e la Dondi gettano una luce allarmante sul servizio idrico e sulla gestione dell'acqua, sempre pił merce e sempre meno bene comune.

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In questi giorni apprendo dai quotidiani locali della guerra dell’acqua tra la società Acqualatina e la Dondi Spa, dove la prima rivendica il pagamento di un debito che la seconda, concessionaria del servizio idrico a Sezze, avrebbe maturato per fornitura di acqua dall’impianto delle Sardellane. Il debito non sarebbe stato pagato,  quindi per tutta risposta Acqualatina decide di ridurre il flusso idrico dell’acqua al Comune di Sezze: la battaglia continua e a farne le spese sono i cittadini.              Come finirà questa storia?  Ho provato a capire da dove fosse iniziata.  In breve, la Dondi Spa gestirebbe direttamente solo due fonti di approvvigionamento idrico per il Comune di Sezze, gli impianti di Mole Muti e di Fonte La Penna, ma questi erogherebbero solo una parte dell’acqua necessaria alla popolazione setina, quel che manca viene distribuito da Acqualatina attraverso l’impianto delle Sardellane, che rifornisce anche una buona parte dei Comuni dell’Ato4. In pratica Acqualatina vende l’acqua alla Dondi, che poi la distribuisce nel Comune di Sezze, di qui il debito che la Dondi avrebbe contratto con Acqualatina.      A parte il mal di testa che questo panegirico mi fa venire, tra forniture, acquedotti, gestori, acqua venduta, comprata e rivenduta ecc. ecc. , resto estremamente scandalizzata dal fatto che l’acqua possa essere trattata come una merce qualsiasi, ignorando che tale non può essere per il semplice motivo che senza acqua non si può sopravvivere. Ancora di più mi indigna il fatto che ciò continui ad accadere nonostante l’esito del Referendum popolare sull’acqua e la volontà chiara, inequivocabile, di tutti gli Italiani,  che l’acqua torni ad una gestione pubblica, perché bene comune e irrinunciabile per la sopravvivenza dell’umanità. Ciò che sta accadendo nella nostra provincia è solo la punta dell’iceberg, un’avvisaglia di ciò che potrebbe divenire in futuro la questione gestione dell’acqua, un gioco al rialzo e un duello all’ultima goccia nel rubinetto, dal quale continueranno a trarre profitto solo le tasche di una certa imprenditoria rampante, mentre al povero cittadino non resterà che lesinare sconti su una bolletta sempre più salata, insomma senza mezzi termini ci ridurremo ad elemosinare il diritto alla vita che l’acqua stessa rappresenta. Come non essere preoccupati?  Come non sentirsi traditi? 

Francesca Suale

 

 



Inviato da Baol il 11/6/2012 13:45:02 (719 letture) :: Pagina stampabile

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