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Cronaca28/12/2007 16:06:19
L'Ater di Latina compra dall'Inpdap anche in Q4

Come si apprende dai quotidiani locali il 20 dicembre scorso l’Ater (azienda erede dellIstituto autonomo case popolari) di Latina ha perfezionato l’atto di compravendita di 28 alloggi dell’Inpdap (Istituto nazionale di previdenza dei dipendenti pubblici).

Appartamenti di diversa metratura individuati in zone di Latina comprese tra viale Nervi, via Paganini, via Terracina, via Giustiniano, via Don Luigi Sturzo, via Cherubini, via Bruxelles e via Gaeta.

Si tratta di una prima operazione riguardante appartamenti che saranno assegnati – da quanto è noto – già a gennaio, sulla base della graduatoria del bando dellAter scaduto il 10 dicembre scorso. I nuovi inquilini appartenenti “presumibilmente” a categorie disagiate, come è nello spirito delliniziativa, si troveranno a pagare un affitto a canone calmierato.

Loperazione di acquisto sembra sia costata alle casse dellAter 2 milioni e 657 mila euro, alla quale si andrà ad aggiungere unaltra di 14 appartamenti sempre di proprietà dell’Inpdap.

Mi sembra opportuno mettere in evidenza alcuni passaggi che potrebbero essere sfuggiti agli osservatori.

Innanzitutto il comportamento lassista di un ente pubblico quale è lInpdap. Infatti per anni gli appartamenti di sua proprietà sono stati abbandonati al loro destino sfitti e senza alcuna cura. Basti pensare – tra laltro – allestremo disinteresse dimostrato dallamministrazione anche ad intervenire alle assemblee condominiali regolarmente costituitesi negli anni e alla totale “disattenzione” nel versamento agli amministratori le somme corrispondenti alle quote condominiali dovute, e su ciò basti leggere gli atti legali relativi ai numerosi decreti ingiuntivi che sono stati emanati a carico dellInpdap. Ma questo è frutto probabilmente solo di una logica amministrativa perversa, dove lo Stato ha preferito non fare cassa con gli affitti possibili anche a soggetti svantaggiati o con la vendita degli immobili non più strumentali ma che avrebbero fruttato incassi notevoli in un momento di crescita del mercato immobiliare a Latina.

Proprio su questo punto il rammarico è notevole. Come si sa il decreto legislativo n. 104 del 16 febbraio 1996 e il decreto legge n. 351 del 25 settembre 2001, convertito nella legge n. 410 del 23 novembre 2001, hanno modificato il destino del patrimonio immobiliare dellInpdap, come è avvenuto per gli altri enti previdenziali. In particolare la legge n. 410 all’art. 3 sulle modalità per la cessione degli immobili specifica, al comma 11, che i beni immobili degli enti previdenziali pubblici, diversi da quelli di cui al comma 10 – cioè di quelli ricompresi nei programmi straordinari di dismissione di cui allarticolo 7 del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, e successive modificazioni – e che non sono stati venduti alla data del 31 ottobre 2001, sono alienati con le modalità di cui alla citata legge n. 410. LInpdap aveva lo strumento ma ha preferito non usarlo. Quale? Innanzitutto visto il comportamento tenuto e gli atti degli ultimi giorni acconsentire a coloro che si sono rivolti privatamente di poter avere i medesimi diritti di un ente quale Ater, ma a ciò seccamente si è preferito non addivenire. Ma la risposta più assurda la troviamo al comma 7 dello stesso art. 3 della legge n. 410: le unità immobiliari libere, quelle occupate ad uso diverso da quello residenziale e quelle ad uso residenziale, per le quali i conduttori non hanno esercitato il diritto di opzione per lacquisto, sono poste in vendita al miglior offerente individuato con procedura competitiva. Quindi una semplice asta pubblica, dove i singoli appartamenti negli anni passati avrebbero trovato maggiore profitto dal mercato libero.

Ma veniamo al punto dolens che riguarda ledilizia popolare a Latina. La legge 18 aprile 1962, n.167 (pubblicata nella G.U. 30 aprile 1962, n.111), - norma modificata ed integrata dalle leggi 21 luglio 1965, n. 904 e 22 ottobre 1971, n. 865 – prevede disposizioni per favorire lacquisizione di aree fabbricabili per ledilizia economica e popolare.

L'art. 1 comma 1 prevede che i Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti o che siano capoluoghi di Provincia sono tenuti a formare un piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare, nonché alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico. L'art. 3 comma 2 afferma, inoltre, che le aree da comprendere nei piani sono, di norma, scelte nelle zone destinate ad edilizia residenziale nei piani regolatori vigenti, con preferenza in quelle di espansione dell'aggregato urbano.

Bruno Astorre, Assessore ai Lavori pubblici e Politiche per la casa della Regione Lazio ha sottolineato già nel settembre scorso le misure adottate dalla Regione per far fronte all'emergenza casa. Infatti con l’articolo 54 della legge Finanziaria regionale numero 27 del 28 dicembre 2006, si è stabilito il finanziamento dell’edilizia sovvenzionata delle Ater, “per completamenti e nuove costruzioni”, con uno stanziamento complessivo di 100 milioni di euro. Cosa effettivamente andata in porto.

Infatti già in ottobre la Regione Lazio ha avviato un programma “di completamento e costruzione” di edifici di edilizia sovvenzionata da parte delle sette Ater del territorio laziale.

In cifre, si tratta di 1042 nuovi alloggi popolari nel Lazio, di cui: 469 nella capitale; 219 in provincia di Roma; 122 a Latina; 98 a Frosinone; 70 a Viterbo; 52 a Rieti; 13 a Civitavecchia.

Sono questi i contenuti della delibera di riparto approvata il 5 ottobre dalla Giunta Regionale. Il tutto basandosi – come affermato dallo stesso Astorre – sulla disposizione del decreto competitività (decreto legge n. 159 del 2007) da parte del Governo italiano che ha messo sul piatto 550mln € di finanziamento per l'edilizia popolare.

I fondi regionali sono stati così ripartiti:

· 45.000.000 € all’Ater di Roma;

· 21.000.000 € all’Ater della Provincia di Roma;

· 11.700.000 € all’Ater di Latina;

· 9.400.000 € all’Ater di Frosinone;

· 6.700.000 € all’Ater di Viterbo

· 5.000.000 € all’Ater di Rieti

· 1.200.000 € all’Ater di Civitavecchia.

La prima tipologia di interventi riguarda il completamento di edifici già in corso di costruzione, finanziati con precedenti deliberazioni, ma mai portati a compimento per varie ragioni: dai ritardi di assegnazione delle aree a una diversa assegnazione delle stesse, dal rinvenimento di reperti archeologici all’inadeguatezza del sito. Alcuni ritardi sono ascrivibili alla necessità di adeguamento, da parte delle Ater, a sopravvenute normative di vario genere: si pensi alle diverse zone che sono state classificate come “sismiche” in tempi recenti, ovvero alla necessità di adeguare le costruzioni alle norme sul contenimento dei consumi energetici, o alla volontà delle Ater di realizzare edifici secondo protocolli che applicano sistemi di bioedilizia.

Quindi stiamo parlando di “cantierabilità”, di definizione di strutture già esistenti, ma non parliamo di acquisto di appartamenti. Sembra alquanto “anomalo” evidentemente attribuire a tali introiti la destinazione della compravendita.

Ma veniamo ad un fatto ulteriore.

L'Ater ha acquistato immobili ad uso civile che rientrano in complessi residenziali dove gli attuali inquilini hanno acquistato o dall'Inpdap stesso (pochi fortunati) o da società terze a prezzi di mercato (salati!).

LAter si occupa di edilizia economica e popolare. I primi appartamenti catastalmente individuati – e certificabili inoltre attraverso gli atti notarili di compravendita – sono classificati, ovviamente, viste le loro consistenze nella categoria “A2” abitazioni di uso civile. Ricordiamo quale sia il quadro generale delle categorie per gli immobili a destinazione ordinaria: il Gruppo A: A/1 – Abitazioni di tipo signorile; A/2 – Abitazioni di tipo civile; A/3 – Abitazioni di tipo economico; A/4 – Abitazioni di tipo popolare; A/5 – Abitazioni di tipo ultrapopolare.

Come è noto gli appartamenti oggetto di compravendita insistono in complessi con appartamenti accatastati in A2.

Dovrebbe essere chiaro allazienda procedente che non potrà – al fine anche di godere di agevolazioni fiscali successive come per lICI – ridimensionare il valore delle proprietà immobiliari procedendo alla revisione catastale e proponendo la classificazione nelle più “comode” categorie A3 o A4. E risaputo che non esiste una norma catastale che preveda, per definizione, l’assegnazione della categoria “A/3 – abitazioni di tipo economico” per esempio alle unità immobiliari edificate nell’ambito territoriale dei nuclei PEEP (appunto i piani di edilizia popolare). Pertanto la classificazione di detti immobili avverrà con le stesse modalità previste per tutti gli altri immobili, prescindendo quindi dall’indicazione urbanistica di tali nuclei o da altre agevolazioni previste dalla legislazione vigente in materia. Si ribadisce inoltre che la classificazione delle unità immobiliari non può dipendere – e non dipende – dalle caratteristiche soggettive del possessore o dell’affittuario. E su questo punto è stata chiara la Corte di Cassazione che recentemente con la sentenza n. 21725 dell’11 ottobre 2006, ha stabilito che un contribuente che voglia impugnare il provvedimento che attribuisce la classe e la categoria ad un’unità immobiliare, deve fornire prove documentali che dimostrino la diversa classificazione del bene. La sentenza si riferisce al caso di un contribuente che ha presentato ricorso contro il Comune che gli aveva liquidato l’ICI in base ad una categoria catastale calcolata su presunti valori attribuiti dall’Agenzia del territorio. I giudici hanno sottolineato, tra le altre cose, che i fabbricati contemplati dalla normativa sull’edilizia economica e popolare sono quelli costruiti per mettere a disposizione dei cittadini meno abbienti abitazioni di tipo economico e popolare e, per ciò stesso, non rientranti nella categoria “A2” propria delle abitazioni di tipo civile, ma necessariamente nella categoria “A3”, abitazioni di tipo economico. Tuttavia il ricorso è stato respinto: la Corte ha ritenuto la categoria (“A2, classe 2”) attribuita dall’ufficio a seguito del sopralluogo, corrispondente alle caratteristiche dell’immobile, perché non vi era alcuna prova contraria tale da giustificare un diverso classamento. In definitiva, i giudici hanno affermato che il solo fatto che un immobile sia stato realizzato con finanziamenti pubblici per l’edilizia economica e popolare non determina la relativa collocazione nella categoria “economica popolare”; le caratteristiche di un immobile a fini catastali attengono soprattutto a uno stato di fatto, indipendentemente dalle finalità del finanziamento pubblico. Allo stesso modo, la circostanza che l’immobile sia stato realizzato da una cooperativa in un’area di edilizia economica e popolare, non costituisce assolutamente prova che esso possegga le caratteristiche della categoria “economica popolare”.

E chiaro che un intendimento del genere da parte dellAter metterebbe in discussione lintero classamento degli stabili ove sono siti gli appartamenti di proprietà terze. Infatti una diversa collocazione catastale lederebbe il valore economico patrimoniale delle proprietà private attuali, facendo svalutare un patrimonio indipendentemente dalle leggi del mercato ma con un atto discrezionale pseudo amministrativo senza alcun fondamento. La diffida ad unoperazione di tale fattura non può che essere implicita.

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Cronaca29/11/2007 22:36:24

Vorrei commentare questa notizia, ma il senso di amarezza e indignazione me lo impedisce.

Prendo solo in prestito una frase pronunciata da un amico durante un intervento di apertura 
in un incontro contro la pena di morte che si è svolto martedì a Latina:

"Si è brutali, violenti, perché si vive in una società che testimonia violenza" (Gianmarco Proietti)

La nostra società ha bisogno di testimoni di pace, tolleranza e rispetto.

Un abbraccio

Bruno

Lecce, down nudo e ripreso coi cellulari

Sotto inchiesta 7 studenti, tutti minorenni. Le immagini girate nel giardino comunale hanno fatto il giro del paese

LECCE - Un nuovo episodio di bullismo è stato registrao in un piccolo centro inn provincia di lecce. Un disabile 17enne salentino è stato costretto dagli amici a denudarsi e ad esibire le parti intime ed è stato poi ripreso con i telefonini cellulari. Il ragazzo, affetto da sindrome di Down, ha raccontato l'accaduto ai genitori che hanno denunciato l'episodio ai carabinieri.



SETTE MINORI SOTTO INCHIESTA - Sotto inchiesta sono finiti sette studenti di età compresa fra i 15 ed i 17 anni, tutti residenti nello stesso paese del giovane. Gli episodi oggetto dell'indagine si sono verificati nei primi giorni di novembre, nei giardini comunali di un piccolo centro leccese. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, le immagini riprese con i cellulari avrebbero fatto il giro del paese, ed inevitabilmente sono state visionate anche da chi conosceva i genitori del ragazzo. Le indagini sono coordinate dal sostituto Ferruccio de Salvatore della Procura dei minori di Lecce.


N/A
Cronaca25/11/2007 10:54:33
I progetti mancati

Sul quotidiano Latina Oggi nella pagina dedicata a Borghi e Quartieri si torna a parlare di progetti mancati per Q4 e Q5 in relazione al centro polivalente annunciato dal sindaco Zaccheo 10 mesi fa, del quale non si sa più nulla... I lavori che avrebbero portato alla realizzazione di un complesso con tanto di tensostruttura comprendente un campo di calcio a 5 in erba sintetica, uno di pallavolo, uno di basket e uno skatepark erano stati annunciati come imminenti... invece abbiamo avuto soltanto la deludente esperienze del campo di calcio mancato, di cui abbiamo molto discusso, andando persino a manifestare sotto la torre comunale, con tanto di pallone... solo che si direbbe tutto sia passato all'oblio. Il quotidiano Latina Oggi a tal proposito informa che vi sarà un incontro tra pochi giorni presso i locali della Parrocchia S. Luca, proprio per fare luce su questa vicenda, discutere sull'attuale stato di cose ed eventualmente predisporre una raccolta di firme per fare presente la situazione a chi avrebbe dovuto portare avanti il progetto pattuito. All' incontro parteciperanno cittadini, sacerdoti e le due scuole di calcio tuttora presenti nel complesso oratoriale. Inutile ribadire che San Luca è uno dei più importanti poli di aggregazione dei nostri quartieri e che da sola non può sopperire a tutte le esigenze dei popolosi Q4 e Q5... molta è la voglia di fare ma ci vogliono pure i mezzi.

 

N/A
Cronaca1/10/2007 7:21:30
Un disabile per divertirsi ....

Da: Bruno Mucci
Data: 10/01/07 09:00:56
A: Amici
Oggetto: Quando per svoltare una serata basta un disabile...
 
Non è la prima volta che leggo sulle cronache dei giornali della nostra cara città, che un disabile è vittima di scherno e violenza.
Adesso il "gruppo" ha preso di mira Tonino P. facendolo salire sopra una panchina di una piazza di Latina solo con le mutande ed invitandolo a bestemmiare, per essere ripreso con un videotelefono e ritrovarsi così ad essere un inconsapevole protagonista sul sito YouTube.

Per noi, genitori di ragazzi disabili, questi gesti rappresentano un chiaro segnale di preoccupazione ed amarezza, 
facendoci pensare che un giorno anche nostro figlio potrebbe essere al centro di tali soprusi.

Con una persona disabile ci si può scherzare e ridere, anzi, si deve! Ma senza mancargli di rispetto e senza scimmiottare le sue difficoltà.

Confido nel contributo dei genitori dei cosiddetti "normali" affinché sensibilizzino i propri ragazzi al rispetto della dignità di ogni essere umano soprattutto se già porta nel marchio della disabilità la propria sofferenza.

Bruno

N/A
Cronaca22/9/2007 15:55:43
Incrocio Via Tucci: Serve una Rotonda.

Ciao a tutti,

Solo ieri l'ennesimo incidente all'incrocio tra Via S. Tucci e Via Aprilia.

Al di la del caso particolare di ieri (in cui la causa non è stata l'alta velocità, per fortuna), molto spesso gli incidenti sono causati dall'alta velocità o dal non rispetto del semaforo.

Difatti, sia chi proviene da via Isonzo ma, specialmente, chi proviene dalla zona del mercato, arriva al suddetto incrocio dopo aver percorso un lungo rettilineo che gli permette di acquistare velocità.
E spesso, infatti, si assiste al passaggio di macchine o moto a folle velocità, non curanti dei pedoni che attraversano pur sulle strisce pedonali.

Certo, non è colpa dell'amministrazione se ci sono dei deficienti che non si curano minimamete del rischio che corrono e fanno correre agli altri con la loro guida spericolata.

Ma è anche vero che è compito dell'amministrazione, dove possibile, fare di tutto per prevenire qualsiasi situaizone di rischio.

In aggiunta a questo, va anche rilevato che il grande traffico presente su questa strada (tutti i giorni a tutte le ore), fa si che si formino lunghe code ai semafori, che spesso arrivano al precedente incrocio di via Isonzo.
Ed è una fatto che le macchine in coda inquinano molto di più delle macchine in moto, perchè se anche a motore al minimo le emissioni sono minori , i fumi di scarico persistono nello stesso luogo per molto più tempo.

Eppure, tutto questo potrebbe essere risolto, a mio avviso (in realtà sono molti a pensarlo), costruendo una rotonda sull'incrocio: di spazio per costruirla ce nè abbastanza, in quanto basterebbe eliminare una parte dei marciapiedi in prossimità dell'incrocio, come si può vedere dai punti 1,2,3 della foto (tra l'altro dovrebbe essere una cosa già prevista, visto come è stata costruita la pavimentazione del Parco S.Marco in prossimità dell'incrocio (punto 3 della foto).

E magari se ne potrebbe approfittare per costruire anche un vero ingresso (o meglio...agevole) al parco S.Marco (da questa parte del parco), così da permettere anche ai disabili di poterne usufruire.

A tal proposito, va anche evidenziato che, pur essendo presenti le strisce pedonali, non esistono ancora, sull'incrocio, le discese per carrozzine sui marciapiedi di cui ai punti 1, 4 e 5 della foto.

Non sarebbe ora di farle?

Un saluto a tutti,
Stefano

N/A
Cronaca5/9/2007 16:45:00
Q5, Minorenne fermato con una pistola finta

Da Latina24ore

 

Q5, MINORENNE FERMATO CON UNA PISTOLA FINTA

  
 
mercoledì 05 settembre 2007
 Ieri verso le 16 una telefonata anonima ha avvertito la polizia che in via P.L. Palestrina un giovane mostrava ad alcuni coetanei una pistola nascosta nella cintola dei pantaloni. Dopo poco gli uomini della Sezione Antirapina hanno rintracciato a bordo di un ciclomotore Aprilia Scarabeo un minorenne di 16 anni di Latina.

Dopo averlo fermato hanno proceduto ad una perquisizione personale poi estesa anche al ciclomotore. All’interno del bauletto posteriore sono stati rinvenuti due grossi coltelli di cui uno da sub con manico in osso di cervo della lunghezza di quasi 20 centimetri e l’altro con una lama lunga 9.5 cm.

Nei pressi del parco giochi creato all’interno della chiesa di San Luca è stata trovata, occultata in un tubo in acciaio cavo, una pistola marca VALTRO modello 8000 FS, semiautomatica di colore nero priva del tappo rosso  e completa di caricatore, ovvero la stessa arma che in precedenza il minorenne aveva mostrato ai suoi amici. Il ragazzo dopo essere stato condotto in Questura è stato denunciato alla Procura per i minorenni del Tribunale di Roma per violazione delle leggi in materia di armi.

N/A
Cronaca28/1/2007 21:59:57
Cani avvelenati in Q4 e Q5

Pubblicato su Il Territorio del 28 gennaio 2007

CANI AVVELENATI NELL’ INDIFFERENZA PIU’ TOTALE
di Ferdinando Cedrone

Questo appello vuole più che altro essere una denuncia rivolta alle

N/A
Cronaca5/11/2006 21:53:02
Maledetto incrocio a Raso !

Stamane alle ore 10,30 circa un forte boato si è sentito nel quartiere !!

p.s. nel rispetto della famiglia e della defunta dr.ssa Rita Costantino, abbiamo deciso di eliminare da questo articolo le immagini del drammatico incidente.
Ferdinando Cedrone

N/A
Cronaca19/9/2006 20:55:54
Storia di un furto (anzi 3 ) in Q4 !

Ancora tentativi di furto in Q4.
19/09/06, in via A. Boito, in piena mattinata, tre individui servendosi di una corda si arrampicano sul balcone di un primo piano e si tuffano, attraverso la finestra del bagno nell'appartamento vicino. La casa è vuota, il bottino quindi è pieno. Tutto fila liscio. Velocemente escono e tentano un secondo furto, ai danni, questa volta, del balcone che li ha " ospitati ". Ma non funziona le finestre sono serrate e un vicino, che assiste alla scena, chiama il 113. Scatta una volante della polizia, che blocca i tre in prossimità di via Cilea, vicino alla loro auto, pronti a scappare con il bottino ancora caldo di ben tre appartamenti ripuliti in via Cilea e uno in via Boito, non male in una sola mattinata?
Angela

N/A
Cronaca13/7/2006 17:48:39
Spari in Largo Cavalli

Minacce, avvertimenti, forse non lo sapremo mai, ma speriamo che l'inchiesta aperta faccia al più presto luce, su questo inquietante episodio che ha turbato la notte di molti cittadini (me compreso) della Q5. Cinque spari, che avevano fatto temere il peggio che fortunatamente sono stati indirizzati solamente sull'auto e sul portone di casa del sig. D'Alterio (come riportato dal quotidiano Latina Oggi). Speriamo che l'episodio sia solo un caso isolato e che non sia invece il primo allarme di una criminalità che da micro potrebbe trasformarsi in macro. Speriamo proprio di no !
Ferdinando Cedrone

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