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Autore | Discussione |
Anonimo | Inviato il: 28/6/2010 11:01 |
Re: Qualche riflessione I furbetti del quartierino....... Per la transitiva.....se la giustificazione del noto consigliere regionale riguardo le vicende sanmarinesi è uguale a quella pervenutaci per i suoi manifesti abusivi ... vista la quantità di manifesti che ha continuato a campeggiare fuori spazio, sia in campagna elettorale che successivamente...qualche dubbio che non sia una fandonia ci sta tutto!!!! |
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Baol | Inviato il: 29/6/2010 9:44 |
Staff Registrato: 14/12/2005 Da: Q4 Messaggi: 1069 |
Re: Qualche riflessione I furbetti e i furboni... Il nostro neoministro Brancher si permette di parlare di cattiveria nei suoi confronti, di affermare che gli italiani, arrabbiati per l'insuccesso della nazionale, se la sfogano contro di lui... che lui rinuncia al legittimo impedimento ma che, a causa di ciò, grave danno si arrecherà alla Nazione, privata di cotanto ministro che non avrà il tempo di assolvere alle sue funzioni... le deleghe, innumerevoli (che ancora non ci è dato conoscere perché lui non ci illumina) dimostrerebbero che ha tanto di quel lavoro da fare... come farà questa povera Italia con Brancher che deve andare a rispondere in udienza... ecchecavolo, ma non lo sanno gli italiani che la legge non può essere uguale per tutti? E' uno scandalo... una vergogna... colpa dei mondiali di calcio, senz'altro... questa Italia ha la testa nel pallone! E intanto pare che anche tra Bracher e Calderoli (altra perla di ministro) vi siano delle buste che scottano... Fiorani ex numero uno della Banca Popolare di Lodi parla di soldi dati a Brancher perché li dividesse con Calderoli. http://www.repubblica.it/politica/2010/06/29/news/brancher_fiorani_calderoli-5236750/ |
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Anonimo | Inviato il: 10/7/2010 16:56 |
Re: Qualche riflessione Vorrei farvi leggere questo amaro "scherzo" di Pietro Cefaly... vi ricorda qualcosa??
Gli abitanti di Airottil Il viaggiatore che arriva ad Airottil trova una città apparentemente come molte altre, tant’è che ancora pochi stranieri si recano a visitarla e quelli che l’hanno vista dichiarano di averlo fatto per caso e giusto perché di passaggio. Tuttavia Airottil ha una sua curiosità di interesse per così dire antropologico. I suoi abitanti, infatti, per una particolare malformazione genetica sono costretti a vivere carponi e a camminare all’indietro come i gamberi. Questo curioso modo di procedere li costringe a tenere lo sguardo sempre rivolto in direzione opposta a quella verso cui devono procedere, cosa questa che fa degli abitanti di Airottil un popolo di maleducati: quando si incrociano per strada, non vedendosi (come potrebbero?), non si salutano. Solo qualche signora di buone maniere emette ogni tanto qualche timido rumorino dal sedere quando avverte di incrociare un altro fondoschiena altrettanto educatamente rumoreggiante. Il vero problema di questi abitanti è guidare la macchina. Non potendo percorrere la città a marcia indietro (cosa pericolosissima!) ogni automobilista per andare nella direzione voluta si vede costretto a servirsi solo di strade a senso unico da fare rigorosamente in senso contrario. Insomma quella dell’abitante di Airottil non è proprio una vita facile, specie in macchina. A piedi la vita non è migliore: impossibilitati ad alzare lo sguardo verso l’alto, sono condannati a guardare per terra (ciò rende ancora più problematica la guida degli automobilisti di Airottil che, dal canto loro, hanno provveduto a limitare questo increscioso inconveniente dotandosi di macchine da guerra con paraurti corazzati ed ampie superfici vetrate). Non solo. Lo sguardo rivolto verso il basso impediva loro di osservare il cielo e perciò ritenevano che l’universo fosse contenuto nella cavità del globo terrestre. Così che i leggendari viaggiatori di Airottil (anche tra gli abitanti di Airlottil vanno annoverati diversi viaggiatori, scrittori ed eroi ma nessun architetto) – dopo aver scrutato l’universo mediante potentissimi telescopi di fabbricazione straniera, opportunamente collocati all’imboccatura dei tombini stradali - percorrevano rotte sotterranee alla scoperta di luoghi affascinanti. Purtroppo il buio del sottosuolo - e come facilmente comprensibile lo stesso odore di chiuso – rendevano difficoltoso il riconoscimento dei mondi esplorati. Alla fine di ogni viaggio – facile per loro il ritorno data la succitata malformazione – questi esploratori affermavano con scientifica convinzione che la loro città era l’unica di tutto l’universo. La qual cosa li rendeva particolarmente orgogliosi, nonostante l’evidenza di una vita, la loro, abbastanza complicata. Il tombino, per gli abitanti di questo bizzarro paese, aveva qualcosa di magico, perché conteneva ed al contempo separava la città dal resto del mondo da loro conosciuto. Era come la Porta del Paradiso o le Colonne d’Ercole. Alcuni intellettuali locali ne proponevano addirittura la deificazione e, comunque, tutti i cittadini lo ritenevano massima espressione della loro arte e come tale veniva tutelato da rigorosissime leggi. Uno scrittore in particolare viene citato negli Annali di Storia Locale quale fondatore della STIGE (Studiosi Tombini In Ghisa Estinti), una benemerita associazione per la salvaguardia dei tombini appunto, purché rigorosamente d’annata (1932), ormai introvabili e – secondo alcuni - anche inservibili visti i continui allagamenti cui Airottil era soggetta ad ogni pur minimo scroscio di pioggia. Quello degli allagamenti era un’altra piaga che affliggeva gli sventurati abitanti di Airottil. La città era stata edificata su un terreno paludoso e malfermo pertanto gli ingegneri ritennero opportuno pensare ad una enorme scodella in grado di galleggiare su stagni ed acquitrini e all’interno, in un secondo momento, costruire gli edifici previa realizzazione di un’opportuna rete di strade e piazze . Pare che l’idea della scodella fosse stata suggerita dall’analogia formale con il tombino e questo ha impresso una assoluta sacralità sull’atto della fondazione. Questa straordinaria soluzione tecnica è motivo di grande vanto presso la comunità ed ancora oggi si celebra il varo della scodella come “natale della città”. In quel giorno il primo cittadino in carica è tenuto, per legge, a presenziare tutte le manifestazioni con la fascia tricolore e una scodella sul capo. I festeggiamenti per la celebrazione dei natali della città di Airottil sono l’unica attività amministrativa. Il sindaco e la giunta di questo singolare paese vengono infatti eletti con l’unico obbligo di celebrare questo avvenimento. Allo scopo e’ stato istituito un assessorato - il cui nome Arretro Urbano ha trovavo tutti concordi - con l’incarico di provvedere alla diffusione capillare dell’evento della fondazione. La partecipazione di tutti i cittadini è garantita da un progetto di questo assessorato, il progetto Novecento, consistente, nella sostanza, in un’ordinanza del Sindaco di Airottil che impone ad ogni cittadino l’acquisto giornaliero di novecento copie della stessa pubblicazione celebrativa della nascita della città. Chi non è in grado di dimostrare l’acquisto di un tal numero di libri è obbligato a pagare le tasse.
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anna | Inviato il: 12/7/2010 6:45 |
Registrato: 16/5/2006 Da: Messaggi: 172 |
Re: Qualche riflessione Divertita e piacevolmente sorpresa. Ottima scrittura. Complimenti all'architetto. anna
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Anonimo | Inviato il: 12/7/2010 9:27 |
Re: Qualche riflessione Un'altra interessante lettura....... http://temi.repubblica.it/micromega-online/politica-e-corruzione-la-lezione-francese/ |
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giucap | Inviato il: 18/7/2010 21:41 |
Registrato: 13/1/2006 Da: Messaggi: 827 |
Re: Qualche riflessione Leggendo questo articolo mi sono chiesto se si tratti di moralismo, con tutto il carico negativo che oggi il pensiero dominante attribuisce a tale termine, oppure sia un esempio di quello che una volta era il semplice buon senso. |
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Salvatore | Inviato il: 19/7/2010 7:25 |
Staff Registrato: 25/11/2005 Da: Q4 Messaggi: 4672 |
Re: Qualche riflessione Caro Giulio, Bollare con uno "ismo" è un modo come un altro per gettare discredito sulle aspettative altrui. Così la voglia di una società più morale diventa moralismo, il desiderio di giustizia diventa giustizialismo... E così, denigrati dallo "ismo", queste e altre aspettative rotolano giù lungo il declivio su cui sta scivolando l'Italia. Interessante anche l'editoriale di Sergio Romano di qualche giorno fa: |
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Anonimo | Inviato il: 19/7/2010 8:23 |
Re: Qualche riflessione Stavo per postare lo stesso articolo, ma ho visto che Giulio mi ha preceduta....Io non ci vedo affatto moralismo, al contrario... ci vedo la cronaca, serissima, dell'ennesimo "grido di dolore"....e (con una buona dose di presunzione al contrario??), mi ritrovo fra le formiche!!!
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giucap | Inviato il: 22/7/2010 8:50 |
Registrato: 13/1/2006 Da: Messaggi: 827 |
Re: Qualche riflessione Riporto un esempio di traduzione in "vendolese" trovata su un blog in rete. A me ha fatto molto ridere, ma anche (tormentone ormai tramontato) riflettere. Per esempio: "D'Alema ha perso troppe volte, dovrebbe levarsi dai piedi". Giulio |
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renatosd | Inviato il: 22/7/2010 11:26 |
Registrato: 7/2/2006 Da: q5 Messaggi: 1111 |
Re: Qualche riflessione è stupenda .... ma mancano alcuni termini cardine dell'interlocuzione vendoliana .. "il paradigma", "il racconto" e "la connessione sentimentale con il popolo per sconfiggere il berlusconismo e il governo delle destre" non ricordo un suo discorso negli ultimi 24 mesi senza questi tre elementi ... quello vero avrebbe saputo infilarceli in mezzo ... anche a martellate
PS me la sono già rivenduta su FB e magari la legge anche lui ...
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